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PECE

PECE
La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

martedì 28 maggio 2013
























Seduto sul materasso ..
nudo...
Sarebbe bastato lasciare trascorrere il ripetuto passato nel suo presente.
Scritto in ogni suo passo, in ogni sua decisione.
Marchiato nei passi ,che ora stava osservando dall'alto,dalla sua finestra.
Lá nella strada.
Tra la gente.
Dentro ogni suo gesto.
Sarebbe bastato indossare la maschera, che nasconde il nulla,che ripete automaticamente ogni azione, ogni espressione.
Un passo oltre la soglia.
Nella luce.
Lasciando che ogni riflesso non avesse risposta se non nell'ovvio.
Avrebbe potuto evitare di scendere le scale che lo portavano al principio del suo presente-passato.
Avrebbe potuto salire le scale,camminare sul tetto,richiamando lo sguardo allibito della gente sottostante,distogliendoli per un attimo alla loro routine,che tale sarebbe restata.
Avrebbe potuto uscire dalla finestra congiungendo il passato-presente al puré del suo corpo sull'asfalto sottostante.
Decise solo di non coprire il suo bambino con la maschera dell'adulto e scese.
Lungo le file di automi si sentí fuori campo.
Incomició a sentire suoni tra il vociare,vedere colori nel grigio,penetrare l'opacitá delle cose.
Si accorse di non essere mai sceso per strada,di essere sul tetto.
Ora tutti guardavano in alto.
Non voleva la loro attenzione.
Cercava la sua.






mercoledì 22 maggio 2013


Mi ritrovo a dipingere i mie toni di nero  con inchiostro di seppia,
a stampare le mie foto del buio,reprimendo la luce che emana.










Spesso dirigo le note del mio silenzio,lasciando, che il mio capo ondeggi sul collo seguendo la sua armonia,mentre gli occhi catturano i dettagli senza fare rumore.













Dirigo le note del mio silenzio..... a morsi....
















lunedì 20 maggio 2013



Misarebbepiaciutoraccontarticosaspingeilmioventomahosceltodicontinuareasoffiaresenzadistruggerreitouimurielasciarticaderenelvuotototale.



lunedì 13 maggio 2013

C'e´...


C'e´ una frazione tra l'eccesso e l'inania che....



















...passato il vomito,la depressione,l'abbandono dei principi,la concezione di se stessi,le maschere  e l'autosantificazione....
si puó chiamare equilibrio.










mercoledì 8 maggio 2013


Si dice , 
che l'unica volta, che arrivó in ritardo, fu quando nacque. Nessuno é mai riuscito a spiegare il perché o a trovare una motivazione plausibile a questo evento.In effetti é che nessuno se ne é preoccupato  di questo fatto.
Da allora, in qualsiasi evento, movimento della sua vita non solo fu sempre in orario,riusciva a battere il tempo,  come lo potesse prevedere,come foglie che si staccano dall'albero da sole,prevedendo, che sarebbe il vento a farlo.
Sconcertó sua madre, quando il primo giorno di scuola lo trovó ad aspettarla all'entrata,vestito come lei avrebbe desiderato, pettinato come a lei piaceva, con lo zainetto sulle spalle,mentre l'ansia della sua sparizione momentanea aveva congelato ogni movimento in lei.
A volte la causa veniva fatta cadere sull'emozione, su una forte pignoleria e perfezione che il bambino e poi ragazzo dimostrava in ogni cosa.


















Passó quasi inosservato, quando lo incontrarono seduto di fronte alla stanza dell'ospedale ,mentre la lettiga su cui giaceva sua nonna percorreva i corridoi per raggiungerla.
E c'era quella ragazza, a cui lui piaceva molto , che ringrazió il destino per aver potuto scegliere quella poltrona del cinema ,che le permise di sedersi accanto a lui.
Il suo datore di lavoro aggrottó un poco la fronte ,quando nell'esatto istante in cui stava licenziando uno dei suoi dipendenti,incontró il suo volto al di lá della porta del suo ufficio e si felicitó della sua fortuna in seguito della pronta assunzione.
Sua moglie non intese, come poteva trovarsi a casa nel suo orario di lavor esattamente 10 minuti prima ,che inavvertitamente perdesse le acque.
Neppure quelle lacrime  e lamenti pochi istanti prima che il telefono suonasse per annunciare la morte di suo padre.
E nessuno si chiese. cosa faceva alle pompe funebri per concordare il funerale di sua madre, un'ora prima del suo improvviso decesso.













Sembrava scontato ogni suo repentino cambio di umore,il fatto che dal nulla si vestisse per uscire senza dare spiegazioni,se non al ritorno, come se tutto fosse normale.
I suoi occhi non riflettevano la gioia, la felicitá, probabilmente annullata dalla previdibilitá di ció che sarebbe accaduto, di ció che voleva accadesse.I suoi muscoli riuscivano a nascondere il peso della consapevolezza del dolore.
E fu alla sua fine,quando ancora poteva non essere la sua fine,
che decise di giocare con la morte.
Il medico legale, non seppe spiegare, come quel corpo che incontró quella mattina sul marmo, gli sorrise,prima di spegnersi.



















venerdì 3 maggio 2013


Una scia di passi che lasciano orme su una porta.
I cardini che tremano nell'oscura striatura del pesante legno.
I contorni di una lampadina appesa al soffitto,
spenta.
I riflessi degli odori di una siepe in primavera,
annusare i colori attraverso i vetri di una finestra instabile.
Il calore strappato con le mani mentre le calze cedono al suolo,
intricate dita tra i capelli,
il lento strascicare di una ruota di legno .













Era il rosso madera raschiato dalla botte,
parole in grassetto scritte su una parete nera,
tremori a simulare voli di uccelli,
un angolo di un foglio strappato su pavimento,
che rompre la simettria delle sudice fughe tra le piastre di marmo finto.
Era il nero stillato che rimbombava nelle gocce di sudore che tracciavano scie sulle maniche correndo a unirsi ai capezzoli,
una borsa di plastica che giocava con la sterpaglia accarezzando una cavalletta aggrappata ad uno stelo.
Era il neutro suono di mille voci pronte a zittirsi a un tremare di banco,
il contorno di spalle che si allontanan alla tua vista,
mani che agitano tentacoli di vita cercando....
l'impatto di un pneumatico in una pozza di acqua,
dentro le gocce il lampione sembra cadere lungo l'angolo della strada,
una luce invade il davanzale nella casa al lato,passando dallo spiraglio lasciato dalla persiana.
Apro gli occhi,chiudo gli occhi e poi ...li riapro.
Era silenzio ed era buio.