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PECE

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La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

mercoledì 29 dicembre 2010

E il vento soffia, corre , arranca,
sfiora i contorni per gettarsi in avanti,
scavalca gli ostacoli,ostenta sicurezza
e ti avvolge nel suo abbraccio,
ti fa sentire protetto per poi scivolar via.
Proprio lui che è fatto di niente,
meno consistente dei colori dell'arcobaleno,
che però riesce a sciogliere,
più leggero e fragile delle ali di una farfalla.
che riesce a spezzare.
E rimane un'immagine sbiadita,
quella di essere là all'alba di un sogno,
dove la notte incontra il giorno
e si appoggia piano sui sogni che non avevi mai fatto,
carezzando ciò che non pensavi di avere,
allargando i bordi della tua bocca,
in un sorriso a cui non eri abituato.

Ma questo vento non si accontenta mai,
non rimane mai fermo,
insegue gli spazi vuoti nella sua folle corsa ,
lui capace di infilarsi tra la tua schiena e il muro,
passando lieve e facendotene sentire la distanza,
è lui che ti lega i polsi al letto
e hai quasi la sensazione di sentirlo nella tua presa.

E al primo ostacolo pesante evita di essere schiacciato,
scivolando nel suo percorso,
girando il magnete della bussola,
lasciando le tue spalle nude,
senza il calore del petto caldo,
le tue labbra asciutte al sapore di un caffè dozzinale,
senza sapore,
senza essenza.
E quel muro che era forte
e si era sciolto al suo passaggio,
come fragili mattoni di arenaria,
sciolti dall'acqua e spazzati dal vento,
rispunta pesante,
allargandosi a tutto il tuo corpo,
proteggendoti.
Un guscio di pietra.
Dicono beata l'ignoranza,
il non avere mai provato,
forse hanno ragione.
E allunghi le mani per toccalo ancora e lui soffia verso di te per poi fermarsi proseguendo il suo percorso su altre spiagge,
lambendo rami diversi
e quelle poche volte che torna ancora,
lo fa sempre senza fermarsi,
riuscendo a spazzolare quei petali
che stanno svanendo dal tuo corpo,
lasciando solo le spine.
Non ha meta,
ma non si ferma,
pronto a lambire l'ostacolo dividendosi in più parti,
per poi riunirsi una volta evitato.
E le tue spine pungono il niente,
il niente che si muove correndo,
soffiando,
sbuffando nella sua tempesta,
toccandogli il cuore.
Perchè questo vento ha il cuore
e per una volta si gira camminando all'indietro
e per quanto soffi sulla polvere di arenaria che ha tra le mani
e che sa di te,
non può spazzarla via,
non vuole
e mentre gioca con le sue dita, piangendo, coi tuoi contorni,
è già lontano.






giovedì 23 dicembre 2010

Basta poco al ricordo di un tramonto di arcobaleno,

basta il tocco di insano egoismo per sciogliere ogni frammento rimasto,
e ritrovarsi tra le mani il nulla,
i mattoni di un muro di cui sei stato capace di annullare l'anima che avevi ritrovato.
E allora non ti senti bastardo...
sei solo un balordo.

venerdì 10 dicembre 2010

La realtà è in difetto

La realtà è in difetto, perchè diffida di se stessa,non riconoscendo la possibilità di qualcosa di parallelo, che in effetti, vero, parallelo non é.

Notti in cui gli occhi si chiudono a sonno e sento le risate di vittoria e di scherno mischiate ai lamenti e alle sorde richieste.
Quello che un tempo era,quello che è ancora.
Ho lasciato andare per un pò quella parte irriverente di me,ho lasciato che se ne cibassero,che la sentissero loro,completamente inerme o meglio, sbattendomene proprio.

Per vestire una maschera e scoprire quanto è facile farsela calzare a pennello,ma quanto, al fine, sia scomoda, quanto graffi con la realtà e conduca nei suoi quasi passi facili ad inciampare.
E guardarsi allo specchio e sorridersi per forza,mentre è lo specchio che ti guarda irriverente e ti dice che fai schifo,che non sei che una pessima copia di quello che eri,che è inutile che trovi scuse o appigli sul fatto che Oren è scomparso se ne è andato,
quando sei pienamente consapevole che il nome che hai dato al tuo dualismo fa parte della stessa persona.
E i graffi che hai sul viso e sulle mani, ti richiamano ogni momento e non sono di ride beffardo della sua vittoria,ma di credeva in te,di chi lamenta il tuo mancare,il tuo fottutissimo ghigno bastardo,l'essere quasi disgustoso nella ostentata sicurezza, da odiare la sua spontaneità.
E quando cerchi di recuperare senza la convinzione di farlo , il risultato è pessimo ,diventa solo una maschera differente che non fa che smacchiare il cerone della prima,per sostituirla con un'altra sicuramente peggiore, palesemente insignificante e priva di verità.
E non serve nascondersi nel tuo nero,perchè non è li che ti celi,se non nel buio,per impedire la vista della farsa,del fallimento, della mancata volontà di ammetterlo.
E allora devi decidere e lo devi fare con convinzione, senza mezzi termini e in quel momento l'ultima unghia che penetra nella tua pelle da quella realtà non ammessa,ti sveglia enon apri gli occhi sbalordito a quello che sta accadendo,perchè ne sei totalmente consapevole di cosa è stato e di cosa è.

E ti rendi conto di essere arrivato fin qua ,distruggendo ciò che avevi di caro,
frantumando ciò che di prezioso ti era stato donato
e di cui dovevi avere custodia e le lacrime nascoste della tua vergogna macchiano il tutto , senza lavare via niente, accorgendoti che ciò che avevi inciso sulla sua pelle sei riuscito a distruggerlo e che non serve a nulla cercare di distribuire le colpe,perchè è solo la tua.

E mentre le mie labbra si allargano in un rigenerato ghigno strafottente,sento l'attrazione della mia anima, il bisogno di riscattarla, di riaverla,stringendo tra le mani quella che ho frantumato,affinche i cocci incidano i palmi delle mie mani e ne esca il sangue che mi rivive.
E rivedo i contorni di quella porta sulla parete,che mi seguono ovunque,i lamenti si assordano,le risate si alzano ancor più vittoriose.
Là dove il bene giudica che sta il male,
voglio fare il mio trono e invertire il giudizio,
che sia il male che giudichi il bene,
cosa cambia?
Entro ed esco da dove voglio.
Ancora ...
Si sa ,sono vendicativo.
Aspiro a diventare Diavolo.