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PECE

PECE
La logica si infrange quando non si ha voglia di staccarsi, quando il bisogno e' quello di rimanere aggrappati

ANOMALIE ARMONICHE

ANOMALIE ARMONICHE
SE lO RITIRNI NECESSARIO SONO, MMMMM, SIAMO ANCHE QUI

lunedì 29 giugno 2009

niaga

.initsed irtson ius aloc ehc
,et ni oim li de
em ni et id oiredised li
odnatlocsa
,ereaicnimocir rep
ecap alled amirp oripsos omitlu 'l
,ecov aut al odneugesnI

.oicab nu ni esuihcsid arbbal el art
,emina elled israroifs ollen
,erolod led erecaip len
,eropas len
,atid ertson ellus
,enrac allus atautat
,enoizasnes anu osnegesnI

.otseg oloccip ingo id aticilpmes allen
,ittegorp id
,eisatnaf id
,ingos id
,iripsos id ottaf
,roma ne etreivnoc es odeim le ednod
adilas nis otniribal nu
,oiredised nu odneugesnI

domenica 28 giugno 2009

Ti amo come sei

Dire che la notte è lunga senza di te,
sarebbe una frase buttata al vento che la trasporterebbe per un pò di strada per poi scioglierla nel nulla.
Quando in realtà sono sempre con te,anche qua sul tetto,mentre le ultime gocce di pioggia mi invadono e rischiarano la strada verso Sud.
Quella che non ha bisogno di zucche per carrozze o di topi per cavalli,perchè la magia è reale e rimane abbracciata a quell'arcobaleno lunare che si puòò godere da questa parte della nostra anima.


Diventa pesante quando ci accorgiamo nel tempo di avere buttato tante parole alla scia del vento ,di aver dovuto ogni volta spiegare ciò che comunque non viene ascoltato e magari anche dovuto prendere i nostri demoni per mano,che non è così facile come molti pensano,per portarli al cospetto di una possibile comprensione,per poi scoprire che quando si parla è silenzio e quando è silenzio è distacco e quando si incontrano questo parlare e questo silenzio sono liti.


E il nulla allora inizia a prendere forma sopra i bianchi tasti di un pianoforte,difficile farsi una ragione di non essere compresi e dover suonare arie pesanti che comunque sono le uniche che gli altri vogliono ascoltare,anche se in realtà talmente deprimenti che spesso non ne sentiamo nemmeno il suono,tanto sono convenute.
Fermo rimango ad ascoltare la tua voce,che mi accarezza al suo suono e le parole sfiorano il mio corpo e mi perdo nel loro girare.
Rimango ad ascoltare i tuoi silenzi.sentendo il tocco delle tue dita su quei tasti neri che lasciano parlare la purezza della tua anima,quella che non ha maschere,quella umana,quella che ha emozioni,vive sensazioni,ha gioia,tormento,tristezza,paura,rendendomi conto che tra noi non c'è differenza al suono delle parole e quello del silenzio,
perchè in tre puntini c'è un mondo.
...

Allora non sbuffo ,se non perchè vorrei abbracciarti,dicendo "Dimmi" "Parla" o andando a parare sopra specchi che non riflettono altro che ciò che vuole chi ti sta di fronte.
Canta Cynderella
fallo sempre
por siempre canta
ti ascolto

...così come sei.

sabato 27 giugno 2009

La schiena arcuata,
le ginocchia larghe,
piegata,
Alle tue fatiche
mi unisco
fata della mezzanotte.
Chino al tuo fianco,
mentre la mano risale dalle tue natiche alla schiena,
ascoltando i tuoi brividi
e raccogliendoli nella nuca.


Sospiri.
Lasci che le mie dita
giochino dietro di te.
mentre le tue giocno con me
davanti ai tuoi occhi.


I bottoni sfuggono alle asole
e altri ne segnano il passaggio.


Divorandomi,
divori il desiderio di te,
divorandoti
lo aumento.

Gocce di sudore che trasudano il piacere.
China,
la schiena arcuata.
vedo tremare
la spina che porta all'altare.
Tempesta di piacere,
stretto in te

Oren si è alzato,
ed ora ha lasciato la cascata.
Sorride per le carezze ricevute
e proprio mentre lascia andare il suo cuore,
una freccia senza senso colpisce il suo amore.





Già la sua mente reagise d'impulso,
scompare nel buio,
nel tempo,
nello spazio,
dritta alla meta.
Ma questa volta si ferma.


Resta in attesa,
ma non è detto che non sia già nell'ombra della tua casa,
nelle pieghe ostili della tua paura,
per darti eterno terrore che possa tornare ogni istante.
Tu non sai cosa vuol dire
sentirti strappare la vita da dentro.

Ma il rispetto ,
certo non per te,che non lo conosci,
mi fa attendere.
E sorrido
e mi lascio ancora cullare,
ascoltando,
parlando,
m'innamoro.

Eterno respiro,
battiamo banco?!

venerdì 26 giugno 2009

Mi cerchi,quando sai che ti cerco.


Mi manchi,quando sai che ti manco.


Sorridi.
Sorrido.
Eccoci.

E come la cera di una candela che cola sul tuo corpo,
ti sfiora il mio respiro.
Tra le dita nei capelli,
lungo la tua fronte
scompigliando i tuoi occhi.
Sopra le tue labbra,
che dischiudi,
richiudi,
mordi.
Vibra sul tuo collo,
tremi ai miei denti,
impazzisco alle tue unghie
perdendomi tra i tuoi seni.
Distesa mi lasci fare.
mordendo le mie dita,
mentre mordo quei meravigliosi punti eccitati.

E il mio respiro lascia scie rosse sui fianchi
portando con se la tua carne,
appoggiandosi sul ventre
per ascoltare i tuoi sospiri.
Ferma.
Come fosi legata.
E ora il dolce sfiorare
allarga le porte del piacere,
labbra su labbra,
denti che mordono
dove la lingua sbatte

Lasciati andare.
Come la cera di una candela che scende dentro di me.
Voglio divorare il tuo piacere.

giovedì 25 giugno 2009

wake me up inside

How can you see into my eyes
Like open doors?
Lading you down into my core,
Where I've become so numb.

Without a soul,
My spirit's sleeping somewhere cold,
Until you find it there and lead it back
Home.
Eppure sento,anche quello che non dovrei
e continuiamo a girare,

occhi negli occhi,
spalla a spalla.

in bilico,
a volte tu più in alto,
a volte io .
"Cosa non farei per te?non chiedermi a me cose di cui sai la risposta"
"Risponderei uguale "


Wake me up)
Wake me up inside
(I can’t wake up)
Wake me up inside
(Save me)
call my name and save me from the dark
(Wake me up)
bid my blood to run
(I can’t wake up)
before I come undone
(Save me)
save me from the nothing I’ve become


mercoledì 24 giugno 2009

...por siempre


Bottiglie di assenzio,
piene di lacrime .
Ho rubato quella chiave
e la tengo stretta al petto.
Troppo distante per rischiare.
Come potessi infondervi il mio battito.
Lentamente mi vesto completamente di nero.
Neanche la pioggia
riesce a trovarmi.



La tengo stretta
e sorridendo come mi hai chiesto
scendo laddove non ho timore,
dove ormai sono di casa.
La guardo,
non ride,
mi evita.

Forse è solo una carezza,
un ricordare la sua presenza,
un temporaneo eccesso di male di vivere,
ma non voglio rischiare.
Mi siedo.
La vedo girare distante
a studiarmi,
attirata dalla chiave,
spiazzata dal mio sorriso.
Rimango a guardare ogni mossa che fa.

Sei mia.
Prendi me.
Lei ha di meglio da fare.





martedì 23 giugno 2009

Una fila di formiche rosse corre sulle mie sensazioni,
le pizzica bruciando,
impariamo a parare i colpi,
stiamo evolvendo.

Come è differente la manifestazione della tua rabbia
dalla mia,
la tua costruttiva,
la mia
beh
demolente.

Quanto sono cari i tuoi silenzi,
il ti amo come sei,
quante parole spese al vento,
quello che non riesce a farsi ascoltare,
quello che passa
e lascia l'immagine di noi
ferma dentro le persone,
che tappano l'ascolto al propio io.
Quanta poca voglia di rispiegare tutto
a chi non capisce,
non vuole capire.
E ti vedo sbuffare,
Cynderella,
su quel pavimento ormai lustro,
che riflette quadri alle pareti di visi attoniti.
Scansare il secchio,
lasciare che l'acqua ne fuoriesca
per sporcare ancora tutto,
ma stavolta non ti pieghi a lustrare,
lasci che scorra.



Che voglia di aggrapparci alle parole,
mentre i nostri corpi ne danzano il suono
in un ballo di sguardi.
Parlando ti sorrido,
ascoltando mi innamoro
di ogni tua sensazione
di cui sono geloso,
di ogni vibrazione che bramo.

Vibrando lo screening con lame infuocate
e ogni tuo sospiro è un desiderio,
che riga la nostra carne sfiorandola,
come una fila di formiche rosse.

Rosso su nero,
quando l'anima affiora sulla tua pelle,
ascoltando mi avvicino,
leccando mi innamoro.

lunedì 22 giugno 2009

Ho ricevuto un premio da Paola,il premio del "Cuore",la ringrazio anche se è difficile parlare di Oren e metterlo vicino ad un premio simile.
Ma raccontiamo di questa sera,del solstizio d'estate.


Quindi perchè non fuggire nel bosco,come Lisandro ed Ermia ed allentare l'ansia che ci pervade in questo ballo?

E le spalle si toccano al ritmo della musica,
strisciando una sull'altra,
occhi negli occhi,
dispersi in un filo di vento che li lega.
La tua mano sul mio collo comincia a spogliarmi,
la mia a rapire.
Mi hai detto di desistere,
l'ho fatto nell'attesa.
Ed ora apetto nudo,davanti a te,
schiavo delle tue mani
ti mostro il piercing,
quello con cui voglio penetrare il mio capezzolo.
Ti mordi le labbra,
svito il suo fermo.
Penetra come nel burro,
bagnadoci le mani con un rivolo di sangue.
La tua boccca lo beve.


Aumenta il respiro,
crepitano i sospiri,
le punte dei nostri seni si toccano,
giri il capo sul collo





e le mani sul mio corpo,
completamente rapita dai sensi,
avvinghiaati l'uno all'altra.
Le tue dita sulle mie labbra,
le mie ti accarezzano i denti sfiornado le gengive,
mordi divorandomi.

E il tuo corpo è nelle mie mani,
lo accarezzo,
lo pizzico,
lo sfioro,
lo strappo.
Mi lascio trasportare dal tuo desiderio,
dal mio,
non mi fermo,
penetro i tuoi gemiti,
mentre la tua bocca sugge il sangue
come latte dal mio seno.
Tutto si sparge sui corpi.

Il tuo sapore,
il mio,
indelebili al gusto
...por siempre al resto.

domenica 21 giugno 2009

Piove.
Piove sul cielo,
sciogliendo il manto della notte
in gocce che cadono al suolo,
come nere stelle cadenti.
Il suono del telefono,
come fiamme che bruciano l'inferno,
dandogli respiro.

Hai trovato quella sorta di diario sparso Peter,
quella che tua sorella ha tralasciato
ad un caso che non esiste.
E ora piangi disperato
e capisci tante cose di lei.
Quell'incomprensione da cui vi ha voluto escludere,
stesso sangue
e non solo il tuo.

E continui a piangere
e ora capisci perchè lei è voluta andarsene sola,
anche senza di me,
che sapevo tutto.
Scrigno di un maledetto tesoro
fatto di dolore.
Quanto vi amava per non dirvelo.
Lo capisci?



La sua solitudine,
il suo oltraggio alla vita,
nella perdita della totale fiducia
verso il mondo,
che le ha tolto la capacità di essere serena,
di lasciarsi andare,
di trovare il respiro,
la pausa alla sua continua ansia.
La sua pelle segnata dalle lame dell'anima trasposte
su fili d'acciaio,
la sua grinta,
la sua ribellione,
il non avere bisogno di nessuno,
la sua forza.

La sua fragilità,
che solo io ho conosciuto,
io e vostra nonna.
"Quell'odore che l'acqua non può lavare,nulla può lavare,
l'odore rimane"
Ed è quello di tuo padre.

E mi chiedi,conoscendomi,
perchè io non abbia mai fatto nulla.
Lo sai qual'è il dolore più grande?
Che rimane vostro padre
e per quanto proviate a rinnegarlo
lo sarà sempre.
Ha preferito soffrire da sola,
avrebbe sofferto comunque.
E oltre adesso a farti capire
con inchiostro su di un foglio volante,
ti ha lasciato la responsabilità
di vendetta.
Solo tu puoi Peter.
Stesso sangue di Mona.
Non si parla di morte,deve vivere,
così ha deciso.
Da figlio solo tu puoi vendicarla
ti basterà ora guardare il suo falso sorriso
e spegnerlo guardandolo negli occhi
dicendo "io so."

Lunga vita al re dei porci.

sabato 20 giugno 2009

Dimenticare il dolore è difficilissimo...ma ricordare la dolcezza lo è ancora di più,la felicità non ci lascia cicatrici da mostrare

Mi lavo il pulviscolo ed arrivo.
Certo che anche te avere come consigliere un diavolo,non è poi che trovi strade diverse dai tuoi desideri,se non comprensione,incitamento e assoluzione.



E chiedi le mie lame,che ti feriscano sino a farti crollare,vuoi strisciare terra,che provi a distruggerti.
Ti chiedo solo un sorriso,per quando spingerò a fondo dentro te il dolore che cerchi.
Ho chiesto un sorriso,non una risata.
Come faccio aferirti,quando le lame sono già in te,nella tua consapevolezza,nell'essere la tenutaria delle chiavi,nell'avere già pensato a tutti i riflessi,i frammenti possibili,i tagli dolorosi.
E ridiamo.
E inizio un discorso e tu lo finisci e inizi un discorso ed io lo finisco e si sovrappongono i "già" a i "lo so".


Che colpa ne abbiamo se alle lame che dovevano portare dolore ci eccitiamo e viene voglia di fare l'amore.
Ma forse l'effetto che volevi,quello che meglio conosci lo hai avuto lo stesso.
Un respiro dentro le risa e tutto si allenta,la morsa nello stomaco che ti attanaglia si distende e continuiamo a ridere e mi dici di essere troppo duro con me stesso,eh si "eccone un altro"
Patologicamente difettosi?
Perchè adoriamo il dolore tanto da desiderarlo,perchè incapaci di liberarcene,sempre alla ricerca,sugli altri?Preferiamo farlo nostro,riempire la nostra pelle di cicatrici.
E così dicono.
Patologicamente difettosi.

Va beh dai lasciamo stare ciò che già sappiamo e battiamo banco.E ridiamo sui nostri tentativi di dirci che dovremmo fare diversamente da come siamo.
Amore mio,giusto un appunto,
ehm.....
ehm....
non so come,
ma quella chiave ce l'ho io,
quella dell'ultima porta,
non sperare che te la renda,
come io no spero che rendi me.

venerdì 19 giugno 2009

"Oren con chi stai parlando?"
"Con tutti e con nessuno,spesso col vuoto,con la punta di dita che ti segnano."

Con chi ancora crede di cambiarmi,con chi vorrebbe livellare le mie mille e più imperfezioni,con chi mi vorrebbe strisciante per dire ce l'ho fatta,con chi mi vorrebbe sentire implorare.
"Calmati"
"Lo sono,sto solo mostrando le mie cicatrici e non è un vanto di guerre,non è un voler essere compreso per forza.
E' ruvido tappeto di strada,dove la rabbia si mescolava alla rabbia ed i pianti ai pianti,dove dovevi cavartela o abbassare la testa e anche quando cadevi a terra dovevi alzarti se volevi essere te stesso.
E' il sentirsi sfasciati da calci e bastoni e ancora rinascere sorridendo e muovere ancora passi.

E' l'ascoltare la morte dell'anima della gente nelle buie notti e scoprire che questo mondo non è solo fatto di plastica,è il volere provare,il volere toccare,il volere conoscere.
Il sentire il freddo di una canna di pistola tra le labbra e dire "Spara",sentire scendere con te il veleno sino alla partenza per l'ultimo volo e poi tornare,è la forza di decidere di non vivere con la persona che ami e sentirla lontano morire,è imparare a farlo tenendo tra le braccia chi ti ha educato alla vita ,il non sottomettersi mai,il continuo reagire,il girare le spalle,il reprimere la rabbia lungo i tagli sul mio corpo,la paura negli occhi di chi dice di amarti sino ad ammazzarti,la gente teme quando parli,il tuo tatto da rinoceronte e ti lavora alle spalle,smentendo quando te ne accorgi e temendo la tua reazione.
Vorrei una risposta a quella domanda,se fu benedetto o maledetto il giorno in cui nacqui."
"Smettila"
"Voglio sapere perchè mi avete disegnato addosso i vestiti strappati ed ora vorreste che cambi.Perchè vi stupite se piango,se sono capace di amare,perchè sono ancora qua e non sono sparito,perchè non accetto ricatti e fatico a fare compromessi e la mia strada porta sempre al dolore,alla sofferenza a faticose scalate alla ricerca di un fiore.Perchè taccio e quando parlo vi spiazzo.E adesso come Buddha moderni mi vorreste insegnare la retta via,quella della mia pace,quella della vostra convenienza,quella sola in cui potete avere fiducia,quella di tenere una macchina sotto controllo,magari allontanarmi dall'unico motivo per cui sono qua,mio figlio."
"Hai finito"
"Non cambio"
"Guarda,che ti cercano"
"Eheheheh,si vado,
in un anello di fumo,
ma è vita."